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Le innovazioni introdotte nei flussi comunicativi dalle nuove tecnologie hanno sollevato un mare d'interrogativi di studiosi, politologi, giuristi, massmediologi, in particolare per quanto riguarda i riflessi sui processi democratici. Secondo l'autrice il punto non è quello di entrare nella vecchia e logora disputa se il web sia buono o cattivo: è del tutto evidente che è insieme l'una e l'altra cosa. Più significativo è cercare di capire se con l'avvento delle nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione la democrazia ne uscirà irrobustita o indebolita. Partendo da queste premesse, attraverso l'esperienza del M5S, il testo esamina l'originale impasto di quel coacervo di elementi che ne costituiscono il profilo politico e culturale e, quindi, l'idea stessa del modello di democrazia digitale.